La lingua siciliana è ricca e straripante di parole che non hanno un significato univoco ma che, al contrario, sono versatili e adatte a più circostanze. L’avverbio accussì ne è un esempio lampante. Se ti stai chiedendo come mai abbia scelto di partire proprio da questa e non da altre parole ti rispondo che non c’è un motivo preciso e che ho scelto di farlo perché mi andava, senza una ragione ben precisa, ovvero “accussì”.
Tradotto letteralmente dal siciliano, in italiano accussì significa esattamente “così, in questo modo”. Ecco perché nel post pubblicato su Instagram – dove la lingua utilizzata per i contenuti è l’inglese – ho tradotto con “this way“, specificando che “[It’s] Used to explain how to do something or how things are going”, ovvero che viene usato per spiegare come fare qualcosa o come le cose stiano andando. E in effetti questa dualità già la dice lunga su quanto versatile e adatto alle circostanze più disparate sia questo avverbio, una delle parole più iconiche della nostra amata lingua siciliana.
Non so se lo hai mai notato, ma questa parola è davvero molto utile nella quotidianità della nostra vita, perché permette di semplificare tantissimo le spiegazioni. Per esempio, quando mi capita di tornare a casa dopo una giornata dura e intensa di lavoro, fatta di riunioni in videocall interminabili, magari con uno sciopero dei mezzi che ritarda il rientro e la cena ancora da preparare, se qualcuno mi chiede come sto o come è andata la mia giornata e sono veramente esausto e troppo stanco per fare lo sforzo di raccontare tutto, allora io mi limito ad allargare le braccia, sbuffare un pochino e rispondere “Eh, accussì”. Dentro a una simile risposta c’è racchiusa e sintetizzata alla perfezione tutta la stanchezza della giornata e non servirà raccontare altro, l’interlocutore ha già capito tutto.
Spostandoci da “così” a “in questo modo” – che può sembrare la stessa cosa, ma come nella vita anche nella lingua i dettagli sono tutto – ecco che si presenta un altro possibile contesto di utilizzo dell’avverbio accussì. Spesso e volentieri ci troviamo a dover spiegare qualcosa che è più facile a farsi che a dirsi. Prendiamo il caso delle nostre mamme che ci chiedono come cambiare l’immagine del profilo su WhatsApp o come creare un gruppo con le amiche per organizzare il pranzo della domenica o la festa di compleanno a sorpresa. Spiegare che bisogna aprire l’applicazione, cliccare sulle impostazioni e seguire i diversi passaggi rischia di diventare un’impresa ardua, per non dire impossibile. Prendere lo smartphone dalle mani, eseguire le azioni richieste, mostrando come fare e poi, a operazione conclusa, esclamare “Accussì” è di gran lunga più semplice e di sicuro successo.
L’elenco dei possibili contesti di utilizzo ovviamente è lungo perché le sfumature che caratterizzano la nostra lingua sono veramente tante e potrei stare qui per ore a scrivere ancora, ma non mi sembra il caso. Piuttosto che ne pensi di suggerire tu altri utilizzi dell’avverbio accussì con un commento qui sotto?
Io lo uso in senso negativo quando alla fine di un’azione fatta da altri il risultato non è dei migliori. Qui di Accusì. Detto che uno starnuto.